Pesanti accuse contro Facebook e a formalizzarle in sede istituzionale è la ex dipendente e manager Frances Haugen
Sembra non avere fine il periodo di burrasca attraverso il quale sta passando Mark Zuckerberg. Non è bastato il gravissimo down che ha paralizzato le app di FB, Whatsapp e Instagram, e che ha causato un enorme disservizio oltre che l’ingente perdita di capitali da parte delle aziende.
Adesso entra in scena un’ennesima grana, questa volta sollevata da una ex dipendente, l’ingegnere nonchè ex manager Frances Haugen. La donna, impiegata nell’azienda dal 2019 al 2020, come team leader della sezione dedicata all’integrità civica, aveva chiuso la relazione lavorativa sbattendosi le porte alle spalle.
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Come dichiarato durante una intervista alla Cbs nel programma a 60 minutes, a suo dire le scelte strategiche aziendali sarebbero pervase dalla strenua ricerca del profitto, anche fomentando le fake news e l’odio senza alcuna remora o integrità.
La reazione di Zuckerberg affidate al testo di un nota rivolta ai dependenti
La risposta del CEO non si è fatta attendere e parla chiaro su quella che è la sua posizione circa le accuse, smontate in ogni parte, e in definitiva definite del tutto illogiche. Secondo quanto dichiarato in una lettera aperta, i comportamenti imputati alla società sono infondati. Tra i valori da sempre dichiarati infatti viene sottolineata l’attenzione a principi cardine quali la sicurezza, il benessere di utenti e dipendenti e la loro salute mentale. Paletti che mal si coniugano rispetto alle dichiarazioni della Haugen.
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Un passaggio molto interessante è quello in cui si pone l’accento sugli interessi in merito a mantenere una piattaforma sana ed equilibrata. Facebook infatti percepisce un guadagno dalla vendita di spazi per inserzioni alle aziende di marketing. Queste sono le prime a richiedere un contesto privo di violenza e di incitazioni all’odio. Ecco come si viene a ribaltare completamente l’accusa. L’azienda quindi si dissocia totalmente da quanto dichiarato in Senato dalla ex manager non sentendosi rappresentata dalle sue affermazioni.