La decisione di Google di non procedere più al supporto di versioni molto vecchie di Android porterà diversi disservizi a milioni di utenti
Google ha intrapreso una strategia di sviluppo molto chiara, ovvero la semplificazione. In questa ottica va considerata la scelta di non implementate più delle patch di sicurezza che vengono rilasciate insieme agli aggiornamenti della versione Android 2.3.7.
Ad interessare questa problematica un bacino di utenti apparentemente modesto, si considera lo 0,2-0,3% dei dispositivi, ma quando si parla del sistema operativo più diffuso al mondo bisogna andare cauti nella valutazione dei dati. Infatti quella che apparentemente sembra una piccolissima percentuale risulta essere pari ad un valore che si aggira tra 6 e 9 milioni, su un totale di 3 miliardi persone.
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Ciò che comporta la decisone del Big Tech ha a che vedere con tutte le funzionalità dei Google Mobile Services. Parliamo di un servizio che ci permette di svolgere una serie di azioni che svolgiamo nel nostro quotidiano, a partire appunto dall’accesso ad una app, piuttosto che la creazione di un Google Account, o il semplice reset della password, e se non funzionante limita molto le possibilità dei devices. Anche un tentativo di ripristino purtroppo non risolverà tutto.
Ecco spiegato come sia diventato impossibile agli utenti l’utilizzo delle app di Gmail e YouTube. Improvvisamente si sono ritrovati in una situazione complessa che ha richiesto quindi l’attenzione di Google per essere risolta.
Interrogata in merito, l’azienda ha proposto fondamentalmente due strade praticabili. La prima è lo svecchiamento della versione in uso. Si consiglia infatti di procedere all’installazione di una più recente, optando ad esempio per la rodata Android 11, in attesa dell’ultimo release. Qualora tuttavia questa non fosse una soluzione praticabile dovremo accogliere il consiglio tra le righe e rassegnarci ad abbandonare il vecchio dispositivo scegliendone uno nuovo.
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Questa ultima possibilità a volte risulta necessaria, proprio a causa delle scelte dei produttori, che in alcuni casi permettono solo un limitato numero di refresh ai sistemi operativi. Dunque, dopo aver identificato il problema, non ci resta che ponderare quale sia la scelta più idonea al nostro caso.
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