Stando a un nuovo rapporto uscito qualche giorno fa e riportato su diversi siti internazionali, l’applicazione di Telegram è sempre più usata dai cybercriminali, che la preferiscono al dark web per alcune qualità esclusive e per una maggiore portabilità.
I criminali hanno i loro metodi per parlare tra loro. Nei tempi andati si usavano gli articoli di giornale, nella sezione inserzioni, altri ancora preferivano il passaparola ma solo in determinati luoghi (non davano mia nell’occhio e questo era un ottimo metodo di comunicazione). Ma oggi? Oh, oggi con la tecnologia è tutto più semplice, ma allo stesso tempo il rischio di essere beccati si è nettamente alzato. Stando a un nuovo rapporto uscito un paio di giorni fa su siti autorevoli , l’applicazione Telegram è sempre più utilizzata dai cybercriminali per comunicare tra loro. Forse è la prescelta proprioper la sua cifratura dei dati e per la facilità di accesso. Per questi motivi viene preferita al dark web, nettamente più difficile e poco comodo. Lo studio è stato condotto dal Financial Times, in collaborazione con il gruppo di cyber intelligence Cyberint.
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Ci sono dei brutti precedenti
Il risultato dello studio parla chiaro e non lascia spazio ad interpretazioni alcune: nell’ultimo anno, la crescita d’utilizzo di Telegram tra i cybercriminali è del 100%. Sempre stando al Financial Times, il fenomeno è corrisposto alle modifiche delle politiche sulla privacy di WhatsApp, introdotte a inizio anno e che hanno fatto molto discutere, perché si pesava mirassero alla singola privacy dell’utente, oltremodo ignorando la crittografia-end-to-end. Se ricordate, a inizio 2021 WhatsApp ha fatto uscire un aggiornamento, obbligato agli utenti di accettare la condivisione dei dati con Facebook. C’è stato trambusto. Dopo l’indignazione degli utenti che non volevano rinunciare alla loro privacy (ma che ogni giorno mettono su Instagram dove sono, cosa fanno, e rispondono ai test di Facebook “ch colore sei?” accettando termini e condizioni d’utilizzo dei propri dati) , la compagnia ha specificato che “le conversazioni private non saranno comunque lette.” Anche se rassicurati,, molti hanno deciso di abbandonare l’applicazione migrando su altre, in particolare Telegram (molto meno Signal perchè ancora poco conosciuto). Probabilmente insieme agli utenti normali, Telegram ha iniziato a ospitare anche più criminali che non volevano certo che Facebook li rintracciasse.
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Cosa ne pensa Telegram ?
Ovviamente l’applicazione nega un qualsiasi coinvolgimento, e ha iniziato una vera e propria caccia alle streghe, eliminando tutti i canali che non rispettano le norme imposte sull’applicazione. Su Telegram infatti, si è formato un grosso network di hacker che condividono e vendono dati rubati, Green Pass fasulli, e tanto altro ancora, dentro canali con decine di migliaia di iscritti. I cybercriminali venderebbero anche informazioni finanziarie, come numeri di carte di credito, copie di passaporti e strumenti per l’hacking. Per Tal Samra, analista di cyberminacce di Cybering, Telegram piace molto ai criminali soprattutto per la cifratura dei suoi messaggi e per lo scarso controllo da parte delle autorità. Fino ad ora.