Il programma XChek, secondo un report del New York Times, avrebbe riservato a celebrità e politici di un certo spessore un trattamento di favore sulle regole di moderazione dei contenuti. Ergo, le regole cambiano per i vip?
Ci sono davvero dei luoghi privilegiati, anche online, dove chi lavora, o semplicemente ha “guadagnato” un posto nel mondo dello spettacolo? Sì, ma noi comuni mortali non dovremmo saperlo. Nonostante Facebook assicuri da tempo che tutti i suoi utenti sono uguali e hanno lo stesso trattamento senza distinzione, sembra che qualcuno sia su un gradino più alto degli altri. Secondo quanto emerso di recente grazie ad un report d’accusa del Wall Street Journal, pare che la compagnia social fondata da Mark Zuckerberg abbia sottratto 5,8 milioni di persone, tra celebrità e politici o persone conosciute (tanto da avere io “certificato” accanto al nome, alle normali regole di moderazione che applica ai contenuti pubblicati sulla sua piattaforma. Ergo, 5,8 milioni di persone hanno potuto scrivere e mostrare quello che volevano. Facebook ha previsto da anni un programma chiamato XCheck, o Cross Check (controllo incrociato per una traduzione letteraria), che consiste nell’esentare i suoi componenti dal sottostare e rispettare alle politiche e alle regole che vengono applicate ai normali utenti, secondo quanto emerge da documenti interni all’azienda arrivati in possesso del giornale americano attraverso fonti interne all’azienda.
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Approfondiamo che cos’è XCheck
Ma che cos’è davvero questo gruppo privato su Facebook? XCheck era stato pensato inizialmente come un’ulteriore misura di controllo per proteggere gli account di importanti personalità da azioni contro di loro, come commenti acidi e maligni, corrispondenze pressanti e altro (che noi comuni account invece ci dobbiamo tenere). Nella realtà, purtroppo, è diventato un lasciapassare per questi profili. Il Wall Street Journal ha scoperto che alcuni di loro sono stati messi direttamente in una white list che li rende immuni da qualsiasi misura della piattaforma, mentre altri “sono autorizzati a pubblicare materiale che viola le regole in attesa delle revisioni dei dipendenti di Facebook che spesso non avvengono mai”. Vi ricordate quando, durante il colpo di stato, Donald Trump era stato bandito dai social?. Per bandire l’ex presidente degli Stati Unitiè stato necessario un tentativo di colpo di Stato da parte dei suoi sostenitori, infiammati (anche) dai suoi post. Celebrità e politici hanno potuto in questi anni infatti pubblicare contenuti che fomentano l’odio o contengono disinformazione senza conseguenze, mentre per gli stessi gli utenti normalmente subiscono rimozioni e sanzioni pesanti. Pensate a tutti i no vai famosi che per mesi hanno scritto bufale e “fesserie” sui vaccini, senza correre alcun rischio di censura.
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Chi possiamo trovare nella white list
Tra le persone in questa lista, per ora sono i soli nomi usciti dal report e ripubblicati da Wired, ci sarebbero anche Trump, suo figlio Donald Trump Jr., il commentatore di destra Candace Owens e la senatrice democratica Elizabeth Warren. Questo per quanto riguarda la politica. Nel mondo dello spettacolo invece, possiamo trovare il calciatore brasiliano Neymar, a cui nel 2019 è stato permesso di pubblicare una foto di nudo di una donna che lo aveva accusato di stupro. Una cosa del genere non dovrebbe dipendere dalla popolarità di una persona: è immorale per tutti. Il Wall Street Journal scrive che la maggior parte delle persone presenti in questa lista non sapeva però di farne parte. Ci crediamo?