I 5 colossi americani capitalizzano 1,5 volte il PIL dell’intera Italia. Vediamo più nel dettaglio di chi si tratta.
Sono le principali società tech dell’America, in grado potenzialmente di acquistare interi pezzi dell’economia mondiale. Parliamo dei colossi quotati a Wall Street che nel corso degli anni hanno influenzato le nostre vite, fino a diventare quasi impossibile non utilizzare i loro prodotti o servizi.
Stiamo parlando di Apple, Alphabet (società controllante Google), Microsoft, Amazon e Facebook. Ma il fatto che ci fa percepire la vera grandezza di queste big companies del settore tech è che valgono 1,5 volte il PIL italiano, giusto per avere un’idea delle dimensioni a cui sono arrivate.
Il grande complesso hi-tech made in Usa, viene chiamato anche chiamato “Gafam”, riprendendo le iniziali di ognuna delle aziende, e ad oggi presentano una capitalizzazione di Borsa di circa 3.541 miliardi di dollari. Una cifra che è il risultato di diversi business model e strategie di sviluppo.
Sarebbe più corretto dunque parlare di Stati più che di multinazionali a stelle e strisce. Lo strapotere digitale della Silicon Valley si completa poi con l’aggiunta di Tesla e Netflix che porterebbero a 7 il numero dei colossi.
Diamo i numeri
Sommando le capitalizzazioni delle prime cinque aziende, è facile raggiungere i $7 mila miliardi; se poi ci aggiungiamo Tesla e Netflix, si ha un’impennata che ci porta oltre i $7.7 mila miliardi. In pratica, solo per avvicinarci a questi valori, dovremmo mettere insieme il Pil di Germania ($4,029T), Italia e Spagna ($1,446T) e comunque non le raggiungeremmo in ogni caso. Il prodotto interno lordo 2019 di questi tre paesi, combinati, tocca infatti poco più di 7,560 mila miliardi.
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Breve analisi dei Big
Amazon
Il colosso del commercio elettronico, nel 2017, ha realizzato un giro d’affari di 177,87 miliardi di dollari. Di questi 106,11 miliardi sono generati nel Nord America; le attività internazionali valgono 54,29 miliardi. Amazon web services (Aws) invece ha realizzato ricavi per 17,46 miliardi.
Sono proprio i servizi e il cloud computing che fanno lievitare i guadagni di Amazon. L’obiettivo infatti è rendere globale la sua piattaforma: è previsto che investirà miliardi di dollari per espandere in India e in Australia il suo modello di business basato su prezzi scontati, ampia offerta e consegna veloce.
Il social per antonomasia ha raggiunto un fatturato di 40,65 miliardi di dollari. Di questi, il 98% è stato generato dalla pubblicità. Un risultato dovuto oltre all’incremento del prezzo medio degli “spot”, al numero degli utenti coinvolti e alla crescita esponenziale dell’advertising nel mobile. Nel 2016 questo segmento valeva circa l’83% dei ricavi da pubblicità; un anno dopo è arrivato all’88%.
Microsoft
Microsoft nell’esercizio 2016- 2017 ha realizzato un fatturato di 89,95 miliardi (96,7 miliardi rettificati). Di questi, 30,44 miliardi provengono dalle strategie di produttività di Office 365 fino al social LinkedIn; 38,7 miliardi invece sono generati dalle licenze Windows, le vendite di Xbox e annessi servizi e dal search advertising. I rimanenti 27,4 miliardi riguardano il mondo cloud.
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Il gruppo di Mountain View, nel 2017, ha raggiunto 110,85 miliardi di fatturato (erano 90,27 nel 2016). Qui la porzione legata alla pubblicità si assesta oltre l’86%. Il continuo spostarsi dal mondo offline all’online ha contribuito all’incremento dei ricavi da advertising. Ma anche il fatturato da “non-advertising” (dal cloud ai prodotti hardware fino a Google play) va prendendo sempre più piede.
Apple
La mela morsicata lo scorso anno ha raggiunto i 2 mila miliardi di capitalizzazione, la prima azienda al mondo che può vantare questo risultato. La quota maggiore (61,6%), inutile dirlo, arriva dal business dell’iPhone. A seguire, le linee di prodotto dell’iPad (8,4%) e del Mac (11,3%).
Importanti anche i servizi (13,07%). Dai ricavi sui contenuti digitali di iTunes) all’ assistenza tecnica Apple care fino ad Apple Pay. Il 5,6% del fatturato invece è dato dalla vendita di Apple Watch e iPod touch.
Infine, se aggiungessimo Tesla e Netflix, queste si piazzerebbero rispettivamente al sesto e settimo posto della lista. L’azienda di Elon Musk fattura 81.766 dollari al minuto, mentre il gigante dello streaming 50.566 dollari grazie ai suoi 203 milioni di abbonati.