Dati personali e dati sensibili, i big data non sono mai stati così tanto esposti. Potrebbero diventare le armi del futuro
Ancora una volta, uno scandalo internazionale è avvenuto dopo uno scambio di informazioni personali tramite i big data. A sconvolgere l’opinione pubblica è stato il caso di un vescovo americano a cui sono stati sottratte informazioni sulle sue abitudini di vita.
Il vescovo Jeffrey Burril è stato costretto a dimettersi dopo che un giornale, attraverso i big data, era riuscito ad ottenere informazioni sulla vita del vescovo e sui locali che avrebbe frequentato.
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Con l’aiuto dei big data, il sito di inchieste è riuscito a scovare Burril su un sito di incontri. Tuttavia, lo scandalo ha fatto emergere alcune domande sull’eticità dell’utilizzo dei big data per condurre inchieste di questa portata.
Ogni giorno, attraverso applicazioni, siti web e giochi online concediamo l’accesso ad una quantità enorme di nostri dati personali. Questi dati, aggregati a livello mondiale con i dati degli altri utenti, prendono il nome di Big Data.
I Big data sono una grande quantità di dati che vengono raccolti e, in tempo reale, viaggiano per il globo grazie al digitale. Con questi dati le aziende possono indicizzare meglio la loro comunicazione e realizzare strategie di business mirate.
Ad affermare il pericolo dei Big data sono alcuni esperti di informatica americani. Intervistato al Washington Post, Bennet Cyphers, di Electronic Frontier, afferma che per la prima volta un giornale “traccia una persona e usa le informazioni raccolte come arma”.
Le applicazioni immagazzinano dati riguardo sesso, età, spostamenti e navigazione in internet. Spesso questi dati vengono ceduti o venduti ad enti terzi che li utilizzano per i loro scopi (ricerche, database, marketing, ecc.)
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Nonostante dati come il nome vengano cancellati, una ricerca del 2013 aveva rivelato come fosse possibile risalire al nome dell’utente attraverso i soli dati disponibili (età, sesso, cap, ecc.).
Spesso gli utenti non sanno come difendersi e quali strumenti utilizzare. A volte non c’è nemmeno la consapevolezza di come questi dati verranno usati. Il consiglio è sempre quello di prestare attenzione ai siti che si visitiamo e ai permessi che concediamo online.
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