L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che farà causa ai colossi del web per essere stato cacciato
Donald Trump ha deciso: farà causa ai maggiori player del web: Facebook, Twitter e Google. Sembra essere passato un secolo dal tempo in cui Trump twittava di notte contro i giornalisti e “l’establishment”. Dopo l’attacco al Campidoglio, però, il Tycoon è stato bannato dai maggiori Social Media.
Lo scorso 4 giugno, Facebook aveva annunciato il divieto d’accesso alla piattaforma fino al 7 gennaio 2023. Tuttavia, da quel momento si valuterà se ci sarà ancora un “rischio di sicurezza pubblica”. In questo caso, il ban di Trump potrebbe prolungarsi.
Proprio per questo, il 7 luglio Trump ha annunciato una class action contro i colossi dei Social e Google. Secondo l’ex presidente, questi avrebbero violato il primo emendamento della Costituzione Usa. Le accuse sono quelle di minare la libertà di espressione.
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L’annuncio è arrivato durante una conferenza stampa svolta nel suo golf club di Bedminster. Trump ha chiesto la fine “dell’oscuramento”, dichiarando l’avvio dell’azione legale presso la corte federale della Florida.
Al fianco di Trump si sono schierati subito Mike Pompeo e America First Policy Institute. L’organizzazione no-profit fa sostiene attivamente le politiche di Donald e punta a riportare il Tycoon alla presidenza Usa.
Le posizioni di Twitter, Facebook e Google
L’assalto al Campidoglio è stato un colpo alla democrazia senza precedenti. Le immagini di Trump che si rivolge agli assalitori dicendo loro “I love you” hanno fatto il giro del mondo. Sulla base di questo Facebook, Twitter e Google decisero di cancellare i profili del Tycoon.
Per ora Facebook ha deciso di sospendere l’account di Trump per due anni. Twitter, invece ha cancellato definitivamente il profilo dell’ex presidente. Google, invece, è accusato da Trump di mostrare notizie faziose e fake news riguardo il magnate americano.